I pendini non sono soltanto un elemento portante del controffitto; tramite la possibilità di regolazione fine sono protagonisti anche della riuscita estetica
Nell’installazione di un controsoffitto assumono un valore determinante fattori come il ribassamento e il carico. Il primo è determinato dalla necessità o volontà, a seconda dei casi, di portare a una quota decisamente inferiore il soffitto di un ambiente per rispondere a esigenze di risparmio energetico, di ristrutturazione, di passaggio canalizzazioni per inpianti ecc. Il fattore carico, invece, è da considerare per il peso che può assumere il controsoffitto, che può differire molto a seconda dello spessore delle lastre utilizzate e del numero dei loro strati sovrapposti.
In entrambi i casi l’elemento che deve farsi carico di queste problematiche è il pendinaggio, ovvero il sistema di sospensione affidato all’abbinata pendino-gancio. Questo semplice, ma prezioso elemento, è quello che permette di regolare a piacere (sempre entro certi limiti) il ribassamento del controsoffitto e, nello stesso tempo, si fa carico di sostenere il peso in virtù della sua classe di carico e della distanza di interasse fra un pendino e l’altro. Lungo il percorso dell’orditura primaria si va da un minimo di 650 mm con classe di carico fino a 65 kg/m² (peso elevato) a un massimo di 1200 mm con classe di carico fino a 15 kg/m² (peso leggero). Lungo il percorso dell’orditura secondaria l’interasse fra i pendini può essere di 400 o 500 mm, a seconda della scelta di posa, rispettivamente, longitudinale o trasversale delle lastre sull’orditura.
La peculiarità del sistema di sospensione di essere regolabile nella sua estensione non ha l’unico scopo di poter decidere il ribassamento del controsoffitto, ma anche di poter effettuare una regolazione molto precisa di ognuno, in modo da ottenere una superficie perfettamente piana, su cui l’illuminazione tangente non possa mettere in evidenza alcun difetto.
Pendinaggio tradizionale
Il sistema di sospensione tradizionale è formato dal gancio e dal pendino. Il primo è caratterizzato dalla molla, che permette la regolazione e l’immobilizzazione del pendino, e termina con il gancio vero e proprio, su cui va a incastrarsi il profilato dell’orditura primaria. Il secondo è l’astina di diametro 4 mm che in questo caso termina con un occhiello.
Classe di carico 0,25 kN. Secondo la norma DIN 18168-2, questo elemento di sospensione ha una classe di carico di 0,25 kN: significa che è certificato per reggere sino a 25 kg di peso.
Prima la guida perimetrale
Stabilita la quota del controsoffitto, la prima operazione è quella di tracciare con la livella laser l’altezza di quello che dovrà essere il piano d’appoggio per le lastre di cartongesso. Sulla linea di riferimento, in tutto il perimetro della stanza, si applicano i profili a U, fissandoli, in caso di muratura, con viti e tasselli a espansione, in caso di controparete con viti autoperforanti messe in modo da intercettare l’orditura sottostante. Prima del fissaggio si applica sul dorso della guida una striscia di nastro di guarnizione biadesivo spesso 4 mm.
Orditura controsoffitto: procedura con sistema tradizionale
Marcati i punti in cui vanno posizionati, i pendini si fissano al solaio usando un sistema appropriato a seconda della natura del supporto e del carico che si sta per applicare (spessore e numero di strati delle lastre).
Sul pendino si inserisce il gancio, facendo leva sulle due molle: in questo modo la bacchetta di diametro 4 mm scorre liberamente nei fori delle molle; quando si rilasciano si attua il blocco.
Con l’aiuto del raggio della livella laser, si porta ogni gancio a una quota pressoché corretta. Per avere un riferimento preciso, si porta sotto il gancio la mascherina di centratura che solitamente è in dotazione con le livelle.
Il controsoffitto a doppia orditura prevede che si mettano i profilati dell’orditura primaria in appoggio sopra la guida perimetrale; per il fissaggio, si posizionano i ganci allineati all’interno della U.
Pur essendo le molle in posizione di blocco, impedendo quindi lo scorrimento del gancio sul pendino, queste ne permettono la rotazione. Il movimento rotatorio del gancio viene sfruttato per incastrarlo all’interno della U dei profilati.
Quando i profilati dell’orditura primaria sono fissati, si applicano quelli della secondaria, collegati ai primi con ganci ortogonali. Al termine si verifica, appendino per appendino, la precisione della quota e, se necessario, si corregge.
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